L’osservazione della scrittura inizia dall’osservazione di come il nero ritaglia e determina lo spazio bianco del foglio.
Quando ci è stato insegnato a scrivere, abbiamo appreso la conformazione delle lettere e l’impostazione corretta della pagina.
Nulla sullo lo spazio tra lettera e lettera, riga e riga; piuttosto libero rimane lo spazio da riservare ai margini: questi spazi rimangono personali e sfuggono al controllo conscio dello scrivente.
Per questo lo spazio non scritto riveste un profondo significato simbolico.
Simbolismo del campo grafico – L’interpretazione dei margini (Max Pulver, Berna 1889-1953 da Il simbolismo della scrittura, 1953)
Max Pulver (uomo di grande cultura; nato a Berna alla fine dell’ottocento, filosofo e grafologo) teorizzò il significato dello spazio grafologico.
Il rigo, tracciato o ideale, è il punto di partenza, che divide l’alto dal basso. La penna che scorre sul rigo è l’Io che scorre dalla sinistra verso la destra.
Alto e basso, destra e sinistra hanno significati simbolici
I margini di un testo costituiscono uno spazio che lo scrivente gestisce in modo personale. Ad essi possiamo applicare il simbolismo sopra descritto:il sinistro rappresenta il passato, la tradizione, le immagini dell’infanzia, la Madre; il destro l’avvenire, l’attività, lo scopo da conseguire, il Padre
In generale, popolare un margine, “obliterarne” il bianco, vuol dire essere attratti da esso e sapercisi insediare; viceversa, non scrivere, quindi non insediarsi in un margine, vuol dire rifuggire da esso, avere difficoltà ad affrontarlo.
Gli altri elementi della scrittura puntualizzeranno il significato.