Il Pontefice: “La donna deve essere custodita nel suo doppio ruolo di lavoratrice e madre”. “Quante volte abbiamo sentito di una donna che va dal capo e dice: ‘mah, devo dirle che sono incinta’. ‘Da fine del mese non lavori più'”, “La donna dev’essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro – ha aggiunto -: il diritto di lavorare e il diritto
della maternità”. Secondo Francesco, “è decisivo avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di un`impresa; in particolare per favorire armonizzazione tra lavoro e famiglia”.
8 marzo 2017
Tra maternità e mobbing
27 mini storie di disperazione
raccontate allo “sportello di ascolto”
Franca lavora presso l’amministrazione di … è perseguitata causa la maternità, demansionata, subisce ingiuste trattenute, l’applicazione della leggi sulla maternità sono approssimative, una collega per lo stesso motivo si è dimessa.
Clelia afferma di subire atteggiamenti persecutori sul posto di lavoro con conseguenze anche nella famiglia. Successivamente ha preso il periodo di maternità per la nascita della secondogenita. Ma adesso che deve riprendere il lavoro l’hanno avvisata che per lei il posto non c’è nonostante che il suo contratto è a tempo indeterminato.
Laura al rientro dalla maternità è invitata a dimettersi per cui isolata e lasciata senza nessuna occupazione.
Tiziana lavora in un centro commerciale al rientro dopo la maternità iniziano atteggiamenti finalizzati all’allontanamento da parte del datore di lavoro.
Irene lavora presso una società per la vendita auto a causa di impegni legati alla maternità è iniziata una ghettizzazione. Ha perso il figlio a seguito dell’aborto dopo di che è iniziato un atteggiamento persecutorio a tutto campo.
Loredana lavora presso una società di costruzioni al rientro dalla maternità è stata da tre mesi trasferita in un ufficio vuoto.
Benedetta lavora per ente semipubblico al rientro dalla maternità subisce una serie di angherie; assunta come addetta stampa è stata addetta ad incarichi inferiori in quanto è stata eliminata l’attività; successivamente ripristinata l’attività di stampa le è stato negato l’accesso all’occupazione per cui è stata assunta.
Roberta lavora quale oculista presso una ASL, il direttore non è d’accordo circa i suoi
permessi legati alla maternità per cui le impedisce di entrare in sala operatoria quale punizione; in più non perde occasione per rimproverarla pesantemente dinanzi a terzi.
Paola è dipendente di una piccola azienda diretta dal cognato il quale al ritorno dalla maternità decide di licenziarla.
Stefania a seguito della maternità ha subito una serie di ingiusti trattamenti tra cui la dequalificazione ora dopo 18 mesi non vuole rientrare in azienda; è in depressione.
Sara è un ingegnere dopo la seconda maternità è iniziato un atteggiamento persecutorio culminato nel toglierle qualsiasi incarico, praticamente è senza nessun lavoro.
Luciana lavora in una piccola azienda con 40 dipendenti diretta dal proprietario. E’ un quadro ma dopo la seconda maternità è stata dequalificata ed invitata a lasciare l’azienda.
Sabrina molto apprezzata in azienda ma a seguito del cambio del management al ritorno dalla maternità non trova più il suo posto di lavoro.
Beatrice lavora in un hotel il responsabile l’ha presa “sottocchio” dopo la maternità sottoponendola ad una serie di vessazioni. Per tutta risposta lei ha fatto intervenire il sindacato a sua difesa, tale intervento ha indispettito il datore di lavoro per cui stanno cercando di farla dimettere.
Elisabetta lavora presso un sindacato al ritorno dalla maternità il nuovo dirigente inizia con atteggiamenti persecutori; per altro sembra che vogliono eliminare i dipendenti legati alla vecchia amministrazione.
Ada lavora presso un supermercato al rientro dalla maternità trova i turni cambiati ad arte per crearle una vita impossibile.
Maria lavora per una azienda di catering al ritorno dalla maternità il direttore le crea problemi sugli orari di lavoro, anche se è a part time deve viaggiare a sue spese e presenziare ai ricevimenti in qualità di controllo, naturalmente gli orari sono impossibili.
Angela lavora da due anni in una piccola azienda dedicata al gioco di azzardo via internet; era assistente del proprietario sino al momento in cui non è rimasta incinta poi primi screzi, al rientro della maternità non trova più nulla, il capo non le parla più, viene snobbata dai colleghi e posta nel call center.
Marzia lavora presso la società … e abita a … vicino al negozio di cui e responsabile; poi la maternità ed un nuovo capo zona, iniziano i disaccordi, rientrando non trova il suo posto ma un trasferimento, chiede almeno una sede per un avvicinamento a casa che le viene negato. Risultato nella nuova sede diviene vittima del capo negozio e delle
colleghe. Ha lettere dell’azienda che comprovano uno scorretto comportamento.
Manuela lavora per una azienda del nord con piccola sede nel Lazio. E’ parente dell’A.D. al ritorno della maternità nessuno le restituisce il suo lavoro che per altro viene dato ad un collega che afferma di essere stracarico di lavoro. Successivamente.
l’A.D. si dimette senza essere intervenuto a suo favore, al momento ha poco lavoro.
Mara al ritorno dalla maternità è divenuta indesiderata, lavora in una piccola azienda ed ha cercato di trattare minacciando e chiarendo che tale trattamento è a causa della maternità a cui seguirà il matrimonio con il compagno e che lei non può permettersi di lasciare l’azienda per cui, anche se indesiderata, rimarrà sui costi dell’azienda per mesi.
Da qui è scaturita una lettera con una serie infinita di accuse destinate al licenziamento.
Marika laureata lavora per … dopo la maternità al rientro l’hanno invitata a trovarsi un altro posto di lavoro entro due mesi, destinata prima ad operare quale centralinista, poi isolata con divieto di girare per l’azienda, è vittima di giochini di trasferimenti da azienda ad azienda naturalmente sempre nella stessa sede. Al momento è in attesa di
una lettera di licenziamento.
Noemi ha lavorato presso una agenzia come apprendista per quattro anni più uno in nero, con extra orari e straordinari non retribuiti. Andata in maternità, nonostante le assicurazioni, non le hanno rinnovato il contratto. Ha subito anche angherie e maleducazione da parte di altri lavoratori.
Bruna assunta per recupero crediti, fatturazione attiva e gestione del personale; di ritorno dalla maternità gradualmente demansionata sino a stare vicino ad una collega a guardare l’inserimento dati. Per altro lamenta insulti da parte del datore di lavoro, la sua scrivania è posta con sguardo al muro in stanza da sola, demansionata, proibizione nell’ uso di e-mail, ferie spostate con scuse pretestuose, invito ai dipendenti di non rivolgerle la parola. La lettera di trasferimento le è stata consegnata da un collega, naturalmente è un trasferimento pretestuoso. Cosi va avanti da 2 anni è in depressione.
Mariangela laureata lavora dal 2002 presso una unità OSS centro anziani privato. Al ritorno dalla maternità trova stani atteggiamenti e rimproveri con scuse banali. Il suo timore è che il tutto sia destinato a portarla alle dimissioni. Racconta ancora che avendo il titolo di laurea adatto per più di un anno ha occupato la giusta posizione aziendale
senza riconoscimenti, successivamente è stato assunto un altro dipendente con il medesimo titolo di studio a cui è stata affidata ufficialmente la posizione. Ad oggi fa di tutto al fine di conservare il posto di lavoro.
Federica Quadro rientra dalla maternità e trova la sua posizione occupata da una figura di grado inferiore, viene destinata ad incarichi quasi nulli; la direzione sta cercando di farla dimettere in cambio di una modesta cifra è anche vittima di molestie sex.
Ester con il rientro dalla maternità sono iniziati problemi in azienda è stata invitata a dimettersi. Attualmente è isolata non ha contatti con i colleghi.
Cav. Fernando Cecchini
Sportello d’ascolto Disagio Lavorativo / Mobbing